lunedì 10 ottobre 2016

Musei Vaticani: La sala della biga




   La sala fu progettata dall’architetto Giuseppe Camporese (1763-1822). I lavori, iniziati nel 1786, terminarono nel 1795 con la messa in opera della pavimentazione, nella quale sono visibili elementi dello stemma di Pio VI Braschi (le stelle e Boreas che soffia sui gigli). Con questa sala, che costituisce una sorta di tempietto a pianta centrale squisitamente rifinito, può dirsi definitivamente conclusa la costruzione del Museo Pio Clementino, nel quale sono raccolte le opere d'arte greco-romana acquisite dai pontefici nel corso dei secoli. 
   Le opere antiche, posizionate nelle nicchie, ma anche su basi e altari, si dispongono intorno alla monumentale biga marmorea che occupa il centro dell’ambiente. Questa splendida opera è composta da parti antiche e da integrazioni moderne, eseguite da Francesco Antonio Franzoni nel 1788. Lo scultore assemblò la cassa di una biga e parte di un cavallo antichi, realizzò per intero il cavallo di sinistra e diede vita ad una scultura che può considerarsi come un suo eclettico e originale capolavoro. Almeno dal 1516 la cassa si trovava nella chiesa di San Marco a Roma, dove, utilizzata come seggio episcopale. La vivace decorazione vegetale sull’esterno della cassa, nella quale compaiono spighe di grano e papaveri, presenta analogie con repertori figurativi della piena età augustea, si pensi alle decorazioni dell’Ara Pacis. All’interno, al centro, compare l’Agyieus, la colonnina rastremata che costituisce l’immagine aniconica di Apollo Agyieus, protettore delle strade. 
   Nella sala è conservato anche la copia di un “Discobolo”, l'originale in bronzo, datato 560-550 a.C., venne ritrovato nella Villa di Adriano a Tivoli.