Battaglia di Ostia |
Giudizio di Salomone |
Messa di Bolsena dett. |
In
un primo tempo la ridecorazione degli ambienti venne affidata a un
gruppo di artisti tra cui Pietro Perugino, il Sodoma, Baldassarre
Peruzzi, il Bramantino e Lorenzo Lotto, oltre al tedesco Johannes
Ruysch, specialista nelle grottesche. Perugino ad esempio lavorò
alla volta della Stanza dell'Incendio nel 1508, ma il suo lavoro non
piacque al papa che lo liquidò velocemente.
Fu
probabilmente Bramante,
architetto pontificio incaricato di ricostruire la Basilica
vaticana,
a suggerire al pontefice il suo conterraneo Raffaello
Sanzio,
a quell'epoca di stanza tra Firenze, l'Umbria e le Marche, reduce da
un clamoroso successo con la Pala
Baglioni a
Perugia.
Raffaello Sanzio, autoritratto |
Il
pontefice, soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affidò
presto la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a
distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori, come testimoniò
anche Vasari,
salvando solo l'ambiente della Niccolina.
Alla
morte di Giulio II, l'incarico
venne confermato da Leone
X (pontefice dal 1513 al 1521).
Quindi il Sanzio, coadiuvato da un cospicuo numero di aiutanti,
lavorò all'impresa, stanza dopo stanza, fino alla morte nel 1520,
mentre i suoi seguaci completarono la decorazione su suo disegno fino
al 1524.
Le
Stanze vennero usate dai vari papi con poche alterazioni fino a
Gregorio
XIII (pontefice
dal 1572 al 1585).