mercoledì 10 agosto 2016

Angelika Kauffmann (1741-1807)

Herder la definì “la donna più colta d'Europa”



Autoritratto
Di lei Winckelmann scriveva: «La giovinetta di cui parlo è nata a Coira, ma fu condotta per tempo in Italia da suo padre, che è pure pittore; parla assai bene l'italiano e il tedesco ... Parla inoltre correntemente il francese e l'inglese ... Si può chiamare bella e gareggia nel canto con le nostre migliori virtuose. Il suo nome è Angelica Kauffmann» .
Pittrice svizzera, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici, Maria Anna Catharina Angelika Kauffmann, nasce a Coira (Svizzera) il 30 ottobre 1741, ma vive a Schwarzenberg in Vorarlberg/Austria, città natale del padre. Accortosi del talento della figlia, il padre diventa il suo maestro, con il quale Angelika comincia a fare una serie di viaggi a Morbegno, Como e Milano, a seconda delle committenze ricevute. Angelika nutre anche la passione per altre arti come la musica e il canto e, pur essendo attirata dalla carriera di cantante, alla fine preferisce seguire le orme paterne.
Il padre di Angelika Joseph Kauffmann
Più tardi, Angelika, per approfondire la sua formazione artistica, si reca, seguita dal padre, a Milano, Parma, Firenze, Roma e Napoli, dove dimostra il suo talento, copiando le opere di maestri. Il suo Autoritratto alla Galleria degli Uffizi datato 1762, è contemporaneo del suo arrivo a Firenze nel giugno di quell’anno.
Sulla laguna conosce il diplomatico inglese Joseph Smith e sua moglie, che la invita ad accompagnarla a Londra, dove arriva nel luglio 1766. Nel 1768 diventa membro fondatore della Royal Academy of Art. Tra i suoi committenti figurarono la regina Carlotta d’Inghilterra e papa Pio VI .
Angelika sposa in prime nozze un oscuro conte svedese, di cui si era innamorata perdutamente, Federico de Horn, alias Brandt, che, purtroppo, ben presto, si rivelerà un avventuriero senza scrupoli. Infatti, non solo abbandona la moglie, ma la deruba pure di ingenti somme di denaro.
Il marito Antonio Zucchi
Dopo la morte del primo marito, Angelika nel 1781 sposa il pittore veneto Antonio Zucchi di quindici anni più grande di lei, gentile nei modi, ottimo compagno e consigliere. Insieme a quest’ultimo, tra il 1871 e il 1872, decide di trasferirsi in Italia, opta di stabilirsi a Venezia, giungendovi nel maggio del 1782, dove muore suo padre, già molto anziano. Dalla Serenissima riceve l’incarico di ritrarre esponenti del patriziato veneziano tra cui spicca il ritratto di Andrea Memmo nominato procuratore di San Marco, e varie committenze del granduca Paolo I di Russia. Viene, inoltre, nominata membro onorario dell’Accademia di belle arti, titolo che le viene conferito da Giandomenico Tiepolo. Dopo una breve sosta a Roma, i coniugi si stabiliscono a Napoli, dove la pittrice riceve l’offerta, però declinata, di assumere il ruolo di pittrice di corte.
Rimasta di nuovo vedova nel 1795, Angelika detiene il primato i caposcuola della pittura romana e allestisce nella sua abitazione romana una piccola, ma selezionata raccolta di dipinti, tra cui anche il San Gerolamo di Leonardo da Vinci. Diventa amica stretta di Goethe, che la cita spesso nell’Italienische Reise.
Angelika Kauffmann, Goethe
Nel 1798, quando le truppe francesi occupano Roma, esegue il ritratto del generale Augustin de Lespinasse, da cui ottiene protezione. Abituata a dipingere una giornata intera senza accusare alcun sintomo di stanchezza, negli ultimi tempi si ferma esausta, rimanendo immobile davanti al dipinto con lo sguardo fisso altrove. I medici e gli amici le propongono di concedersi un periodo di riposo e di svago lontano da Roma, per cercare di recuperare le energie perdute. Nell’estate del 1802 si reca a Como, che aveva visto per la prima volta a undici anni e che le era rimasta nel cuore per la bellezza del lago e la cordialità della gente. Da lì scrive una lettera all’amico Antonio Canova, mettendolo al corrente dei suoi spostamenti e della sua salute. Ma una volta rientrata a Roma quel vigore che l’aveva sorretta sin dall’inizio, comincia lentamente ad abbandonarla. Angelika muore il 5 novembre 1807.
Ritratto di Stanislao III Poniatowski
Le opere di Angelica Kauffman hanno conservato la reputazione che ebbero quando l'artista era ancora in vita. I suoi dipinti sono tuttora visibili in numerosissimi musei di prestigio, come Hampton Court e la National Portrait Gallery a Londra, negli Uffizi fiorentini, nell'Ermitage di San Pietroburgo e nell'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, ma anche a Parigi, Dresda, Tallinn e Graz.

Il filosofo Johann Gottfried Herder la definì forse la donna più colta d’Europa.