IL SEGRETO DELLA CAPPELLA SISTINA A CUI MOZART APRI' LE PORTE
Gregorio Allegri |
Il
Miserere
(latino:
"Abbi pietà") è una composizione acappella di Gregorio
Allegri basata sul salmo 51 (50) della Bibbia, composto probabilmente
intorno al 1630 durante il pontificato di Urbano VIII, da eseguire a
luci spente nella Cappella Sistina durante il mattutino come parte
del servizio delle tenebre della Settimana Santa.
L'opera,
famosa per la sua bellezza e per il profondo senso mistico che
suscitava negli ascoltatori, era circondata da un'aura di fascino
ancor maggiore perché non poteva essere copiata o asportata: la
leggenda voleva che i papi, perché tale segreto non fosse divulgato,
avessero posto la scomunica come conseguenza della violazione di tale
divieto. L'unico modo per udirla era presenziare alla Liturgia delle
Tenebre nella Cappella Sistina.
Dunque
molti viaggiatori, dopo aver ascoltato il brano, raccontarono della
sua bellezza, ma nessuno ne possedeva lo spartito, che non poteva
quindi essere eseguito altrove. Tre
copie autorizzate vennero distribuite fuori dalla Cappella Sistina
prima del 1770: una a Leopoldo I d'Asburgo, una al re del Portogallo
e una a Giovanni Battista Martini (1706-1784. Erudito francescano e
stimatissimo musicista di Bologna).
Mozart bambino |
Nell'aprile
1770 il quattrodicenne Wolfgang Amadeus Mozart si trovava a Roma
insieme al padre Leopold; Comunque, l'11 aprile a Roma Wolfgang
ascoltò il mattutino del Giovedì Santo col Miserere
e
tornato a casa lo trascrisse grazie alla sua prodigiosa memoria. I
due ritornarono dopo due giorni nella Cappella Sistina, dove il
giovane, col manoscritto nascosto nel cappello, potè correggere i
pochi errori che aveva fatto.
La
cosa si riseppe in Roma e il papa,
divertito dalla prodezza del giovane musicista, lo premiò
decorandolo con lo Speron d'Oro.
Leopold
Mozart, padre di Wolfgang, in una lettera ad Anna Maria Pertl (la
madre di Mozart) del 14 aprile 1770 comunicò che: «A Roma si sente
spesso parlare del famoso Miserere,
tenuto in tanta considerazione che ai musicisti della cappella è
stato proibito, sotto minaccia di scomunica, di portarne fuori anche
una sola parte, copiarlo o darlo a chicchessia. Noi però l'abbiamo
già, Wolfgang l'ha trascritto a memoria, e, se non fosse necessaria
la nostra presenza al momento dell'esecuzione, noi l'avremmo già
inviato a Salisburgo. Infatti la maniera di eseguirla conta più
della composizione stessa, e quindi provvederemo noi stessi a
portarla a casa.»
Leopold Mozart |
Dopo
la trascrizione di Mozart, la minaccia della scomunica venne tolta.
Tempo dopo, Mozart incontrò il compositore inglese Charles Burney,
il quale si fece dare la copia, la confrontò con la trascrizione che
il papa aveva concesso a Giovanni Battista Martini e la portò a
Londra, dove venne pubblicata nel 1771. L'edizione di Burney,
tuttavia, non includeva la particolare ornamentazione rinascimentale
non scritta, ma semplicemente tramandata da interprete a interprete
nella Cappella Sistina, che rendeva il brano tanto lodato.
L'accuratezza
nelle esecuzioni, che esisteva un tempo nella Sistina, era un
requisito indispensabile per la perfetta riuscita del miserere.
Di
questo brano non si comprende l'effetto alla sola lettura per via
della grande semplicità delle note, ma esisteva nella Cappella
Sistina un'antica tradizione esecutiva che ne faceva risaltare i
meriti, dandogli una sfumatura espressiva unica.
La famiglia Mozart |
Molti
artisti hanno musicato questo salmo
penitenziale,
ma l'opera di Allegri è probabilmente la più famosa, ed il suo
fascino particolare deriva in parte dal suo stesso contenuto
musicale, in parte dai misteri che ne avvolgono la storia.
Probabilmente non abbiamo più l'originale: la versione comunemente
nota oggi è piuttosto diversa da essa, contiene in particolare nella
voce del soprano del secondo coro il Do sovracuto che Allegri non ha
mai scritto.
La
versione Top C (con il
Do sovracuto), nella
pur bizzarra elaborazione, ha comunque una bellezza che non lascia
indifferenti, ed è diventato uno dei pezzi di musica sacra più
popolari, anche se ha poco a che vedere non solo con quello che
Allegri scrisse, ma neppure con ciò che fu mai cantato nella
Cappella Sistina.
Bisogna
segnalare che recentemente alcuni complessi musicali hanno recuperato
– se non l'originale perduto – versioni filologicamente più
aderenti allo scritto di Allegri.
Esecuzione del coro della Cappella Sistina durante la liturgia pasquale: