La
diffusione del ritratto dell’imperatore a Roma, in Italia e nelle
provincie fu uno dei modi principali in cui le amministrazioni
imperiali ne trasmettevano la personalità alla popolazione
dell’impero. Ogni volta che un nuovo imperatore saliva al potere, a
Roma si creava di norma un busto ritratto ufficiale, le cui copie
venivano distribuite dappertutto.
La
statua, databile agli inizi del I secolo d.C., fu rinvenuta nella
Villa di Livia, moglie di Augusto, presso Prima Porta lungo la via
Flaminia, raffigura l’imperatore nell’atto di parlare ai soldati
(adlocutio), vestito
di corazza e con il mantello
(paludamentum) attorno ai fianchi.
La novità artistica, tipicamente romana della scultura di Augusto,
e' la copertura del corpo. La corazza, e il drappo che poggia sul
braccio sinistro, sono simboli della posizione di potere e gloria che
l'uomo rappresenta in quel preciso momento storico. L'imperatore ha i
piedi nudi e il capo scoperto, ad accentuare lo spirito eroico. A
rilievo sul busto un rappresentante dei Parti restituisce a un Romano
le insegne strappate a Crasso nel 53 a.C. durante la rovinosa
battaglia di Carrhae.
Ai lati sono presenti personificazioni di due province dell’impero.
La scena è inserita in un paesaggio cosmico: in alto sono visibili
la personificazione del Cielo al centro, il carro solare di Apollo e
l’Aurora ai lati. In basso si riconoscono la Terra giacente, Apollo
sul grifone e Artemide sulla cerva. L’impostazione generale della
figura si ispira al Doriforo di Policleto, di cui è visibile una
replica proprio nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani.
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto ( Roma, 23 settembre 63 a.C. – Nola, 19 agosto 14 d.C.) e' stato il primo imperatore romano. L'età
augustea segna un passaggio fondamentale nella storia di Roma, ossia
la fine del periodo repubblicano e l'inizio del principato.
Una
rivoluzione politica storica, mente
arguta, personalita’ carismatica, Augusto riusci, laddove altri
avevano fallito. Pur compiendo un accentramento di poteri nella sua
persona, riusci a far passare l’idea che tale processo fosse una
naturale conseguenza di un nuovo e benefico modo di amministrare la
cosa pubblica e non il frutto di dispotismo. Di fatto, il suo
governo, assicuro stabilita’ politica e la fine dei sanguinosi
conflitti civili che avevano caratterizzato la vita romana fino a
quel momento.