Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia |
Nel
corpo quattrocentesco dei Palazzi Vaticani edificato sotto Niccolò
V
(1447-1455), papa
Alessandro VI (1492-1503),
al
secolo Rodrigo Borgia,
fece rinnovare e abbellire sei grandi stanze, create come residenza
privata e
della sua famiglia, dette anche "stanze segrete",
aggiungendo anche una torre, che in seguito fu ribassata e
trasformata.
La
decorazione delle pareti venne affidata a Pinturicchio, che la portò
a compimento in tempi rapidissimi, grazie ad un articolata ed
efficiente equipe di aiuti. I lavori iniziarono intorno agli ultimi
mesi del 1492 e furono portati a compimento nel 1494. Si trattò
dell’incarico più impegnativo di tutta la carriera artistica del
pittore, un progetto monumentale che poteva essere sminuito soltanto
di fronte al ciclo della Cappella Sistina. Alla
morte del pontefice, gli appartamenti furono abbandonati. Soltanto
alla fine dell’Ottocento vennero riaperti al pubblico.
Lucrezia Borgia |
Negli
ambienti, oggi all’interno dei Musei Vaticani, ovunque risplendono
stucchi, affreschi e l’immancabile toro dello stemma papale.
Attualmente gran parte delle stanze sono destinate all’esposizione
della Collezione d’Arte Religiosa Moderna, inaugurata da Paolo VI
nel 1973. La Collezione comprende circa seicento opere di pittura,
scultura e grafica, frutto di donazioni di artisti contemporanei
italiani e stranieri: vi si trovano anche opere di Gauguin, Chagall,
Klee e Kandinskij.
Pinturicchio
dovette integrare – come gli si chiedeva, forse dettato dagli
stessi intellettuali presso la corte papale – la strutturazione
iconografica della dottrina cristiana con spunti di gusto
archeologico in voga a quei tempi nella capitale.
Il
fine dell’intero ciclo è quello di delineare la storia della
salvezza dell’Umanità attraverso la fede. Annio da Viterbo guidò
teologicamente la mano dell’artista ispirandosi anche ai testi di
Ovidio e Bocaccio.
Ritratto di Pinturicchio e Raffaello |
I
lavori interessarono cinque stanze concatenate, due all'interno della
torre Borgia e le altre due esattamente al disotto dei primi tre
ambienti dell'appartamento di Giulio II. La sequenza degli ambienti,
a partire dalla sala delle Sibille, per procedere nella sala dei
Profeti, delle Arti Liberali, dei Santi e dei Misteri, costituiva,
secondo Saxl (storico dell'arte austriaco, 1890-1948), una sorta di
percorso simbolico dal privato, identificato nelle prime due camere,
poste nella torre, come turris guardarobae o camerae custodiae
bonorum, verso il pubblico.
L'appartamento
Borja
è il più antico appartamento pontificio ancora esistente.
Le stanze Borgia nel Vaticano |