sabato 20 agosto 2016

Perseo di Canova, il trionfo di Medusa



Perseo è figlio di Zeus (Giove) e della mortale Danae al cui padre, Acrisio re di Argo, l’oracolo ha profetizzato una morte per mano del nipote. Acrisio rinchiude, così, la figlia Danae in una torre inaccessibile, ma Giove, innamoratosene, riesce a unirsi a lei in forma di pioggia d’oro. Acrisio, dopo la nascita di Perseo, fa gettare il bimbo e la madre in mare dentro una cassa d’oro, ma i due, protetti dalla divinità, riescono a salvarsi e approdano nell’Isola di Serifo dove sono accolti dal pescatore Ditti, fratello del re Polidette.




A Serifo, Danae è bramata da Polidette che, per allontanare per un po’ Perseo divenuto ragazzo, gli ordina di riportargli la testa di Medusa, una delle Gorgoni dallo sguardo che pietrifica. Il giovane accetta la prova e sotto la guida di Atena (Minerva nella mitologia romana) si reca dalle Graie, mitiche sorelle delle Gorgoni, costringendole a rivelargli dove si nascondono le Ninfe, le uniche in grado di aiutarlo a sconfiggere Medusa. Dalle Ninfe ottiene un paio di sandali alati, una bisaccia magica e un elmo che rende invisibili.
Giunto finalmente dalle Gorgoni, Perseo le trova addormentate e, senza guardare direttamente Medusa ma fissandone l’immagine riflessa sullo scudo donatogli da Atena, riesce a tagliarle la testa senza essere pietrificato. Dal sangue di Medusa nasce Pegaso, un cavallo alato che aiuta Perseo a sfuggire dall’inseguimento delle altre due Gorgoni e che lo accompagna in altre numerose e mirabolanti avventure.



L'opera presente nel cortile ottagono dei Musei Vaticani fu scolpita da Antonio Canova (1757-1822) nel giro di pochi mesi, tra la fine dell’anno 1800 e i primi mesi del 1801. Promesso al tribuno Onorato Duveyriez, primo proprietario dell’opera, il Perseo fu ceduto alla Repubblica Cisalpina per il nuovo Foro Bonaparte di Milano. In seguito la statua fu acquistata dal pontefice Pio VII e posta sul piedistallo dell’Apollo del Belvedere, che era stato trasportato in Francia a seguito del Trattato di Tolentino fino al 1815. A questa celebre statua si ispira il Perseo per ponderazione, proporzioni e analoga carica espressiva. L'opera rappresenta Perseo trionfante dopo aver tagliato la testa di Medusa, una delle tre Gorgoni. L’eroe ha la spada in una mano e la testa recisa di Medusa nell’altra, l’elmo donatogli da Plutone sul capo, i sandali alati di Mercurio ai piedi ed è munito di un copricapo provvisto di ali, a metà tra il berretto frigio e l’elmo di Ade. Egli non avrebbe dovuto guardare negli occhi il mostro, ma proprio perché l'ha fatto viene pietrificato e diventa una statua. Secondo la stessa leggenda quindi l'opera sarebbe il vero corpo di Perseo, pietrificato.